Eduardo e Pirandello
Una questione “familiare” nella drammaturgia italiana
Edizione: 2014
Ristampa: 1^, 2015
Collana: Lingue e Letterature Carocci (178)
ISBN: 9788843073962
- Pagine: 112
- Prezzo:€ 12,35
- Acquista
In breve
Sul discrimine pericoloso, rappresentato dal teatro come pratica, si gioca questa monografia che legge Eduardo De Filippo – in occasione del trentennale della morte – in filigrana, attraverso l’esempio pirandelliano. Inopinatamente, tuttavia, si potrebbe dire anche il contrario: come non sia possibile leggere, in molti casi, Pirandello, se non a posteriori e, in particolare, attraverso l’esempio di Eduardo. La genealogia Pirandello-Eduardo, familiare nel senso anche di “consuetudinaria” (con tutti i rischi connessi a una lettura “pigra” di ciò che sembra costantemente, nonché grossolanamente, sotto i nostri occhi), si muove spesso sul terreno insidioso e affascinante di un altrove non precisato, basandosi sulle ragioni della morte più che su quelle della vita. La morte che interviene come campitura privilegiata dell’ultimo discorso di Eduardo: il discorso sul «gelo» di quelle «abitudini teatrali» inscritte dentro il blasone della tradizione italiana e, in particolare, dentro la «crudeltà» del costume attoriale del maggiore dei De Filippo.
Indice
Premessa
1. Lo spirito e la lettera del teatro. Note ulteriori sul disagio pirandelliano
2. Sulla “pornografia” pirandelliana e sull’“antipornografia” eduardiana
3. Pazzi a regime e pazzi di regime. Eduardo tra Scarpetta e Pirandello
4. Illusionisti e cerretani. Sik-Sik, Cotrone e Marvuglia
5. L’ultimo discorso di Eduardo, il «gelo» e la febbre pirandelliana
Bibliografia