Webinar Faber
Geopolitica dell'acqua
Nuova edizione
Edizione: 2010
Ristampa: 1^, 2011
Collana: Quality paperbacks (334)
ISBN: 9788843056538
- Pagine: 192
- Prezzo:€ 15,20
- Acquista
In breve
Indice
Recensioni
L'acqua è alla base della vita del pianeta. Perché pur essendo una risorsa abbondante sulla nostra Terra, è sempre più scarsa? Geopolitica dell'acqua di Margherita Ciervo (Carocci).
Come noto, il tema dell’acqua si è imposto nella geografia sociale e nella società civile da alcuni anni. Esplorando i luoghi della resistenza alla mercificazione dell’acqua, questo libro si propone di fornire spunti di riflessione su temi quali l’acqua come bene comune e come bene economico, l’abbondanza e la scarsità delle risorse idriche, la relazione fra tale scarsità, sistema produttivo e stili di vita, le ragioni e gli effetti delle privatizzazioni. La prefazione è di Riccardo Petrella.
È arrivato da poco in libreria il volume Geopolitica dell'acqua, scritto da Margherita Ciervo (Carocci, 143 pagine, 10 euro). La formazione geografica dell'autrice consente di intrecciare in un discorso scorrevole e approfondito, diverse dimensioni della "questione acqua". Per comodità di esposizione, il discorso è articolato in tre passaggi che evidenziano la parabola dell'acqua: da dono (in alcuni casi con un valore sacro) a bene da privatizzare, che poi diventa una risorsa "scarsa" e dunque redditizia, e quindi fonte di potere economico e controllo politico. Il ragionamento di Ciervo è saldamente poggiato sullo studio dei casi concreti di privatizzazione, soprattutto in Europa e in America Latina, intrecciato con l'analisi dell'impatto politico e culturale dei movimenti che si sono opposti a questa deriva. Ne viene fuori una conclusione semplicemente dirompente: la velocità di privatizzare l'acqua, contro ogni evidenza economica e sociale, è una scelta ideologica che non ha nulla a che vedere con la presunta superiore efficacia del privato rispetto al pubblico.
Nel 1999, in Bolivia, il dittatore Banzar decise di privatizzare l’acqua, affidandone la concessione alla multinazionale statunitense Bechtel e all’italiana Edison. Questa legge venne cancellata il 10 aprile 2000, dopo una dura battaglia del popolo boliviano : l’acqua rimase un bene comune. Eppure da allora i conflitti per l’acqua sono aumentati sempre più. Il problema è che noi pensiamo all’acqua come la risorsa più abbondante del nostro pianeta, senza renderci conto che in realtà è sempre più scarsa: così, mentre i servizi idrici sono sempre più controllati da multinazionali e aziende private, ancora un quarto della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile. C’è una relazione tra questi due fattori? Qual è in questo la parte di responsabilità spettante ai governi? Ma quali sono le ragioni della privatizzazione, e quali i suoi effetti. Queste e altre domande sono alla base del libro di Margherita Ciervo; nel suo lavoro, l’autrice - ricercatrice presso il dipartimento di Scienze geografiche e merceologiche dell’Università di Bari, collaboratrice del "Bollettino della Società Geografica Italiana" e membro del Comitato italiano del Contratto mondiale sull’acqua - propone spunti di riflessione su questo tema, che ci riguarda molto più di quanto possiamo immaginare, e invita implicitamente ad immaginare un futuro dominato dalla mercificazione di quell’ "oro blu" (quindi più che appetibile per molti), che però è e deve rimanere un "bene comune".
Giorno 12 aprile presso, via principe Amedeo n.56 a Vittoria, è stato presentato il libro "Geopolitica dell'acqua" della Dottoressa Margherita Ciervo, prefazione di Riccardo Petrella edito dalla Carocci Editore (collana "Le Bussole"). La presentazione ha riscosso grande successo, testimoniato dai continui interventi dei presenti. Il libro indica un percorso scientifico, un impegno sociale. Permette al lettore di riflettere sull’importanza dell’acqua e risponde a diversi quesiti. L’acqua è', dunque, un bene comune o economico? L'acqua è la risorsa più abbondante sul nostro pianeta, eppure è sempre più scarsa. Perché? Qual è la relazione fra scarsità, sistema produttivo e stili di vita? Esiste una connessione fra la mancanza di accesso all'acqua potabile di circa un quarto della popolazione mondiale e il controllo delle fonti e dei servizi idrici da parte delle multinazionali? Quali sono le ragioni e gli effetti della privatizzazione? Quali le responsabilità dei governi? E' un caso che i conflitti idrici aumentino in maniera esponenziale e che il nuovo millennio si sia aperto con "la guerra dell'acqua" di Cochabamba? Questo libro - frutto di un percorso scientifico e di impegno sociale di diversi anni -si propone di fornire spunti di riflessione a queste ed altre domande e, nell'ultimo capitolo, esplora i luoghi della resistenza alla mercificazione dell'acqua e i percorsi di ripubblicizzazione dei servizi idrici e anche dell'immaginario collettivo. “Si tratta di un libro agevole ed essenziale,- dice Margherita Ciervo -pensato come testo introduttivo alla tematica, problematica dell'acqua e come strumento di servizio finalizzato a coloro i quali si pongono tante domande?. In Italia per contrastare la privatizzazione dell’acqua, sono nati centinaia di comitati popolari portati avanti da diversi governi e dalle scelte di molti enti locali. Tante le iniziative di sensibilizzazione, le proposte concrete per difendere quello che è forse tra i beni comuni più essenziale oltre l’aria e al cibo. Quattro anni fa hanno deciso di mettere in comune le proprie esperienze e i propri saperi costituendo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Questa rete oggi da sola raccoglie oltre settanta associazioni e reti nazionali e quasi settecento comitati territoriali. Insieme hanno scritto una legge d’iniziativa popolare e l’hanno consegnata,nel luglio 2007 al parlamento, corredata di oltre 406 mila firme di cittadini. Insieme hanno realizzato la prima manifestazione nazionale per l’acqua, svoltasi a Roma il1dicembre 2007. Quest’anno si è ripetuto appuntamento a Roma con oltre 100 mila persone presenti con l’obiettivo di ribadire la forte contrarietà alla privatizzazione dei servizi idrici, attuati dal governo nazionale con il decreto Conchi. Presenti all'evento, il rappresentante del comitato pugliese Acqua bene comune Giovanni Zaffarana, il rappresentante del forum Acqua pubblica di Ragusa Aurelio Mezzasalma. L'evento è stato organizzato da Enzo Cilia, coordinatore provinciale del SEED di Ragusa, (sinistra ecologica e libertà). Il 24 aprile, partirà la raccolta di firme per un referendum su scala nazionale che toccherà anche la Sicilia.
In questo piccolo ma profondo libro “Geopolitica dell’acqua? (Carocci, 2010), Margherita Ciervo analizza lucidamente e rigorosamente le ultime evoluzioni del concetto di acqua, maturati all’interno del sistema di valori capitalistici. Proprio nel primo capitolo viene infatti descritta la parabola concettuale che sta trasformando la percezione dell’acqua da dono della terra a bene da privatizzare. Al servizio degli interessi capitalistici delle multinazionali dell’acqua (veri e propri imperi), la privatizzazione dell’acqua non può che comportare varie tipologie di problematiche: a) innanzitutto la mancanza di equità socio-spaziale e sociale nella distribuzione, che si orienterebbe a soddisfare le esigenze solo di chi può pagare meglio, tralasciando le esigenze dei più poveri; b) in un contesto di vendita privata dell’acqua mancherebbe un qualsiasi interesse nel ridurre e responsabilizzare i consumi; c) il problema dell’aumento del prezzo da parte di società che non prevedono deroghe o azioni di carattere sociale. Nella seconda parte di questo pregevole volumetto, l’autrice racconta gli effetti dell’intenso ed irresponsabile sfruttamento delle acque dolci sull’assetto idrogeologico mondiale; impressionanti risultano alcuni esempi riportati di sconvolgimenti che per estensione e rapidità hanno del catastrofico, basti pensare che la metà dei 500 maggiori fiumi al mondo è in via di prosciugamento e, attualmente, non arrivano più al mare. Negli USA i casi più eclatanti sono il Colorado ed il RioGrande, entrambi esauriti dai forti prelievi delle città di LasVegas ed ElPaso. In Oriente la situazione pare addirittura peggiore, in particolare in Cina, dove il fiume Yangtze (il 4° più lungo del pianeta) è asciutto nel tratto inferiore; mentre il fiume Huang Hu (il 6° fiume più lungo al mondo) negli ultimi 35 anni è arrivato di rado al mare. Anche l’Indo e il Nilo hanno perso il 90% delle proprie acque secondo le stime utilizzate della Ciervo. Preoccupante viene giudicata anche la situazione in Italia dove Tevere, Adige, Arno e Po hanno dimezzato al loro portata nell’ultimo decennio. Per quanto riguarda i laghi esistono casi, come quelli del lago Ciad e d’Aral, di quasi completa scomparsa con conseguenze economiche, sociali ed ambientali inimmaginabili. Evidentemente l’utilizzo intensivo di tali quantità d’acqua, rendendo la stessa un bene limitato, crea le premesse per conflitti, anche militari, tanto che nel solo XX secolo ci sono state più guerre per l’appropriazione di risorse idriche che in tutti i secoli precedenti. La geopolitica dell’acqua si chiude con una duplice riflessione dell’autrice sull’acqua come diritto dell’umanità, bene comune inalienabile, e sull’acqua come canale di relazione storiche, culturali, sociali e politiche; interessantissimo infine è il Focus sull’Italia dove vengono affrontati le prospettive del mercato idrico italiano.