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Viviamo in un mondo che non ha precedenti storici se non nel tardo impero romano. Non si tratta soltanto del dominio militare esercitato da un'antica potenza e neanche della dimensione di questo potere e della sua ostentazione. Il nuovo impero non è come quelli del passato, fondati sulle colonie e sulla conquista. È un Impero light, come lo chiama Michael Ignatieff nel suo omonimo saggio ( Carocci editore, 144 pagine, 15,30 euro), un'egemonia senza colonie: è un imperialismo gestito da un popolo memore del fatto che il proprio paese si è assicurato l'indipendenza ribellandosi a un impero. È in altri termini un impero privo della consapevolezza di esserlo ma questo, sostiene Ignatieff, non ne riduce il carattere imperiale, ovvero la costante tendenza a mettere ordine in un mondo di Stati e mercati sulla base dei propri interessi personali.