Editoriale Assicurare la qualità nei nuovi corsi di studio in psicologia di Cristiano Violani
DOI: 10.7379/70559
Abstract
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Studi e contributi La parola ai bambini: uno strumento per il confronto interculturale in classe / The Word to the Children: A Tool for Intercultural Comparison within the Classroom di M. Beatrice Ligorio, Apollonia Barbarito pp (9-39)
DOI: 10.7379/70560
Abstract Gli studi fino ad ora condotti relativamente alla problematica della interculturalità in classe si concentrano sugli aspetti linguistici, sul ruolo dell’insegnante oppure sulle strategie di interazione. Poco si sa ancora del punto di vista soggettivo degli studenti che si ritrovano in classi multietniche. Obiettivo principale di questo studio è sperimentare un set di vignette predisposto per far emergere posizionamenti identitari relativi al confronto interculturale a scuola. A 13 bambini, 4 di scuola dell’infanzia, 9 di scuola primaria (N = 7 italiani, N = 6 stranieri), è stato chiesto di commentare un set di otto vignette, in cui quattro situazioni scolastiche tipiche sono rappresentate due volte: una volta protagonista è un bambino bianco e una volta un bambino di colore. Le reazioni a questo materiale sono state audio-registrate, trascritte e analizzate raggruppando differenze e similitudini nei commenti alle due situazioni simili. Per individuare i posizionamenti identitari è stato utilizzato il metodo del Personal Positioning Reportoire (opportunamente modificato). Analizzando i trascritti si è cercato di rintracciare pattern specifici di risposte sia dei bambini della scuola dell’infanzia sia di quelli della primaria. Infine, indagini qualitative sono state svolte allo scopo di individuare temi dominanti nelle risposte dei bambini. I risultati ottenuti ci consentono di affermare che il set di vignette da noi predisposto è effettivamente in grado di far emergere posizionamenti interculturali connessi alla vita della classe. In particolare, si è osservato che i posizionamenti dei bambini più piccoli tendono ad essere semplici e, in genere, grande rilevanza è data all’accettazione sociale da parte dei compagni di classe. Inoltre, spesso quando protagonista delle vignette è un bambino di colore questi è sgridato o lodato per motivi più importanti rispetto all’omologa vignetta con protagonista un bambino bianco. Nei bambini di scuola primaria compaiono posizionamenti identitari più complessi; infatti appaiono posizionamenti come studenti e come cittadini e anche l’abilità cognitiva diventa un elemento importante. Infine, sono stati rintracciati temi quali il ruolo dell’intenzionalità nelle performance cognitive, la solidarietà tra pari e i riferimenti a elementi culturali- contestuali.
Parole chiave: confronto interculturale, identità dialogica, posizionamenti identitari a scuola, vignette.
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Le paure nei bambini italiani della scuola elementare: un contributo allo studio della struttura fattoriale della Fear Survey Schedule for Children di Ollendick / Fears in Elementary School Italian Children: A Contribution to the Study of the Factor Structure of Ollendick?s Fear Survey Schedule for Children di Daniela Di Riso, Silvia Salcuni, Adriana Lis, Claudia Mazzeschi,Daphne Chessa pp (41-55)
DOI: 10.7379/70561
Abstract La Fear Survey Schedule for Children (FSSC-R; Ollendick, 1983) è uno degli strumenti più utilizzati nella letteratura internazionale per rilevare le paure in soggetti in età evolutiva. In diversi lavori cross-national, condotti nel contesto europeo ed extraeuropeo, è stata analizzata la struttura fattoriale della FSSC-R, mentre in Italia è ancora molto scarsa la produzione scientifica relativamente a questa linea di ricerca. Scopo specifico del presente lavoro è verificare se anche in Italia, in bambini della scuola elementare, viene mantenuta la struttura fattoriale già riscontata in altre precedenti ricerche condotte in paesi occidentali. Al progetto hanno partecipato 1.845 bambini normalmente inseriti nelle loro classi di appartenenza. Ai soggetti è stato chiesto di completare il questionario evidenziando quali paure avessero e l’intensità delle stesse. Nella valutazione dei risultati, l’analisi delle componenti principali con rotazione Varimax ha consentito di individuare solo quattro fattori (I: Morte e pericolo; II: Piccoli animali; III: Fallimento e critiche; IV: Paura di cose sconosciute), diversamente dalle precedenti ricerche a cui si aggiungeva un quinto fattore, Contesto medico. In accordo con la letteratura precedente, i punteggi fattoriali medi hanno evidenziato differenze significative rispetto al sesso e all’età dei bambini. Le bambine, in tutti i fattori, si sono dimostrate più paurose dei maschi. Nei fattori I e III, i bambini del primo ciclo hanno riportato una più elevata intensità nelle paure di quelli del secondo ciclo. Questo lavoro offre un contributo alla individuazione di un campione normativo italiano per la FSSC-R; in successivi studi ci proponiamo di procedere alla esecuzione di un’analisi fattoriale confermativa per verificare meglio la struttura fattoriale del questionario.
Parole chiave: paure dei bambini, analisi fattoriale.
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Negativismo politico, voto e atteggiamento. Uno studio su un campione di studenti universitari alla vigilia delle elezioni europee del 12-13 giugno 2004 / Political Negativism, Vote and Attitude: A Survey on a Sample of University Students on the Eve of the 2004 European Election di Augusto Gnisci, Angiola Di Conza, Vincenzo Paolo Senese, Marco Perugini pp (57-82)
DOI: 10.7379/70562
Abstract Sebbene in letteratura gli studi condotti sulla relazione tra i giovani e la politica indichino una crescente diffusione del negativismo politico fra i giovani, a tutt’oggi risulta poco chiara la relazione tra questa dimensione e voto in tale popolazione. Questo lavoro si propone di valutare la diffusione del negativismo in un campione di studenti universitari campani e di indagare la relazione tra il negativismo e altri costrutti importanti nella comprensione delle dinamiche psicologiche che conducono alla decisione di voto. A tale scopo, in occasione delle scorse elezioni europee del 2004, è stato considerato un campione di 174 studenti universitari, provenienti da diverse facoltà campane, e sono state considerate e messe in relazione con il negativismo variabili quali la partecipazione politica, l’orientamento sull’asse destra-sinistra, l’identificazione con le coalizioni (Casa delle Libertà e Uniti nell’Ulivo) e con i loro leader politici (Silvio Berlusconi e Romano Prodi) e gli atteggiamenti verso questi stessi oggetti, misurati in modo sia implicito sia esplicito. I risultati mostrano una certa diffusione del negativismo nel campione e sottolineano l’importanza di tale costrutto nella comprensione dei fattori che influenzano la scelta elettorale. Inoltre, emerge che il negativismo è legato più ad una valutazione cognitiva della realtà sociale, politica ed economica, che a disposizioni emotive o non consapevoli verso le coalizioni o i leader politici.
Parole chiave: elezioni europee 2004, negativismo politico, atteggiamento implicito ed esplicito, astenuti, voto.
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Credere in Dio e benessere percepito / Believing in God and Perceiving Well-Being di Andrea Laudadio, Francesca Noia, Rosanna Di Gianfrancesco pp (83-98)
DOI: 10.7379/70563
Abstract Sebbene abbiano prodotto risultati controversi, numerosi sono gli studi (Corrington, 1989; Schwab, Petersen, 1990; Anson, Antonovsky, Sagy, 1990; Ellison, 1991; Coke, 1992; Lewis, Lanigan, Stephen de Fockert, 1997) che hanno analizzato la relazione tra atteggiamento religioso e benessere, e nessuno di questi è mai stato realizzato in ambito nazionale. In questo lavoro si è proceduto a indagare utilizzando un campione composto da 500 soggetti (52,8% femmine e 47,2% maschi) con età media di 40 anni cui sono stati somministrati due strumenti: la RAS – Religious Attitude Scale – e la SWLS – Satisfaction With Life Scale. L’analisi dei dati, in particolare della regressione, ha evidenziato l’esistenza di una relazione tra spiritualità e benessere esclusivamente per i maschi, nonché differenze nei livelli di spiritualità tra soggetti con alto e basso benessere percepito. In conclusione, sembrerebbe emergere una profonda differenza di genere nella relazione tra spiritualità, religiosità e benessere che suggerisce l’esistenza di specificità e caratteristiche proprie nell’atteggiamento religioso dei Cattolici italiani.
Parole chiave: religiosità, spiritualità, benessere.
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Attaccamento e relazione di coppia in aspiranti genitori adottivi / Attachment and Marital Adjustment in Adoptive Parents-to-be di Anna Codamo, Maria Rachela Scampoli, Vincenzo Calvo pp (99-117)
DOI: 10.7379/70564
Abstract L’obiettivo del presente lavoro è di studiare la percezione della relazione vissuta con i genitori durante l’infanzia, lo stile di attaccamento romantico e la qualità della relazione diadica con il partner, nelle coppie che si rendono disponibili all’adozione. Alla ricerca hanno partecipato 15 coppie che avevano fatto richiesta di adozione e che erano state inviate per lo studio psicosociale di coppia presso alcuni Consultori familiari della Regione Veneto, e 15 coppie senza figli. A ciascuna coppia sono stati somministrati il Parental Bonding Instrument (PBI), il questionario sulle Esperienze nelle Relazioni Sentimentali (ECR), la Dyadic Adjustment Scale (DAS). I risultati mostrano che le coppie aspiranti all’adozione tendono ad avere una percezione della relazione di attaccamento vissuta con i genitori nell’infanzia connotata da punteggi più elevati di cura e amorevolezza, un attaccamento adulto con meno aspetti di insicurezza e una qualità della relazione diadica con il partner con caratteristiche di maggiore adattamento, accordo e scambio affettivo, rispetto alle coppie senza figli che non hanno un progetto adottivo. I risultati sembrano indicare che le coppie che intraprendono il percorso adottivo tendono ad avere maggiori risorse personali e di coppia, che possono rappresentare un importante fattore protettivo nel complesso percorso di transizione alla genitorialità adottiva.
Parole chiave: adozione, transizione alla genitorialità, attaccamento.
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Il fenomeno dello stalking: inquadramento teorico e dati preliminari su un campione italiano / The Phenomenon of Stalking: Theoretical Aspects and Preliminary Data on an Italian Sample di Luigi Rocco Chiri, Claudio Sica, Karl Roberts, Lorraine Sheridan pp (119-140)
DOI: 10.7379/70565
Abstract Lo stalking, che in italiano si può definire con il temine “molestie assillanti”, è un fenomeno ancora poco conosciuto, nonostante l’allarme sociale per i potenziali danni fisici e psicologici a cui va incontro chi lo subisce. Scopo del presente lavoro è quello di fornire un inquadramento teorico dello stalking, usufruendo dei contributi più rilevanti presenti nella letteratura internazionale. In particolare, si prenderanno in considerazione le definizioni generalmente utilizzate del fenomeno, i dati epidemiologici, le possibili cause e le caratteristiche dei perpetratori e delle vittime. Studiando un campione di studentesse universitarie è emerso che subire molestie assillanti costituisce un’esperienza piuttosto comune. Inoltre, le molestie assillanti più frequenti non sembrano costituite da comportamenti chiaramente violenti e prevaricanti ma dalla ripetizione, percepita come minacciosa e lesiva della libertà personale, di condotte comunemente considerate accettabili. Linee di ricerca future sono quindi proposte.
Parole chiave: stalking, molestie assillanti.
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Il fenomeno del bullismo elettronico in adolescenza / The Phenomenon of Cyberbullying in Adolescence di Maria Luisa Genta, Lucia Berdondini, Antonella Brighi, Annalisa Guarini pp (141-161)
DOI: 10.7379/70566
Abstract Il bullismo elettronico (cyberbullying) è un fenomeno molto recente, studiato in ambito internazionale a partire da questi ultimi anni, che implica l’attuazione di aggressioni volontarie e ripetute nel tempo attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione da parte di preadolescenti e adolescenti. Lo scopo della presente rassegna è descrivere questo nuovo fenomeno, indicando in primo luogo i fattori di rischio legati alle nuove tecnologie, quali la desensibilizzazione, la disinibizione, le maggiori opportunità di aggredire e il disimpegno morale. In secondo luogo, dall’analisi della letteratura, sono emerse le diverse caratteristiche del cyberbullying che sottolineano un’incidenza del fenomeno di circa l’8-10%, un utilizzo di più mezzi elettronici per attuare le aggressioni, un andamento controverso del fenomeno in relazione all’età, un coinvolgimento di entrambi i sessi, un’elevatissima percentuale di anonimato degli aggressori, una grande difficoltà a confidarsi da parte delle vittime, una relazione
tra gli atti di aggressione e alcune caratteristiche psicosociali a rischio o devianti. La presente rassegna ha inoltre analizzato il rapporto tra il cyberbullying e il bullismo tradizionale, mostrando da una parte numerose caratteristiche in comune, quali l’importanza del gruppo, il ruolo degli astanti, la relazione con un clima scolastico negativo, il silenzio delle vittime, dall’altra alcuni aspetti salienti che contraddistinguono questo nuovo fenomeno, quali l’aggressione anonima, l’esibizionismo narcisistico dell’aggressore, la prevalenza di atti aggressivi al di fuori dalle ore di scuola. Infine, la rassegna offre interessanti indicazioni sulle prospettive di ricerca futura.
Parole chiave: bullismo elettronico (cyberbullying), adolescenza e preadolescenza, nuove tecnologie
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Note di ricerca La motivazione al completamento percettivo. Influenze personologiche ed effetti funzionali / Perceptual Completion Motivation. Personological Influences and Functional Effects di Valeria Biasi, Paolo Bonaiuto pp (163-174)
DOI: 10.7379/70567
Abstract Il processo del completamento percettivo è stato sovente discusso in alcuni dei suoi aspetti legati a fattori formali, a partire da autori come Koffka e Metzger, o Michotte, Thinés e Crabbé, Kanizsa, Gibson e vari altri. In termini psicodinamici il completamento percettivo appare tuttavia correlato anche ad alcune variabili personologiche, fra cui il “bisogno di completamento”, che può essere misurato con scale di auto- valutazione a 11 passi. Tale esigenza appare inoltre influenzata in modo significativamente positivo dall’importanza attribuita all’oggetto da valutare, ossia è più alta man mano che cresce l’importanza attribuita dell’oggetto. Il livello dell’importanza attribuita ad oggetti d’uso dipende, fra l’altro, da indicatori di eleganza e anche di lusso. Questi sono in grado di determinare, in funzione dei valori estetici e di status symbol, vari effetti funzionali a livello cognitivo: come si è potuto dimostrare, fra l’altro, nel caso del “completamento visivo” d’immagini di autovetture di tre categorie: modeste, eleganti intermedie e di lusso; nonché con altre situazioni di conferma o contraddizione di schemi mentali. Giudici esperti, operanti in condizioni di “doppia cecità”, hanno selezionato immagini corrispondenti alle suddette tre categorie di vetture. Ogni sagoma d’auto, appositamente stampata a colori su foglio A4, è stata presentata individualmente, in successione casuale, in versioni da molto incomplete a complete. Ogni partecipante all’indagine doveva valutare volta per volta, con un’apposita scala a 11 passi (0-10 punti), l’intensità autopercepita dell’esigenza di completare l’immagine. Seguiva poi la valutazione delle qualità fisionomiche attribuite ad ogni autovettura, vista nella sua interezza, utilizzando scale bipolari a 7 passi. Le auto di lusso incomplete sono risultate significativamente più elevate nei punteggi di attivazione di “esigenza di completamento”, seguite dalle intermedie e infine da quelle modeste. I ruoli dell’importanza fenomenica (conferita attraverso i valori dell’eleganza, dell’aspetto estetico e del lusso) sono stati confermati dai profili semantici ottenuti. L’esperimento è stato poi ripetuto per vagliare il ruolo di tratti personologici quali il livello di intolleranza dell’incongruità, valutato mediante la procedura del Building Inclination Test. L’ influenza di questo tratto si è dimostrata efficace: le persone intolleranti appaiono più orientate al completamento (in quanto l’incompletezza è colta come una forma d’incongruità); e la correlazione corrispondente è positiva e statisticamente significativa.
Parole chiave: completamento, motivazione, percezione, personalità.
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Recensione di Sabina Giorgi
DOI: 10.7379/70568
Abstract
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