Presentazione
Abstract
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La parola "Fare famiglia", letteralmente di Chiara Saraceno
(pagine: 1-17)
DOI: 10.7377/70502
Abstract La famiglia, contrariamente a quanto hanno sempre preteso coloro che ne hanno fatto l’apologia, non è un dato naturale e dunque neppure, come recita la nostra Costituzione, una “società naturale” (singolare ossimoro, sul quale varrebbe la pena di fermarsi criticamente), ma una istituzione assolutamente artificiale, sociale e storica.
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Interpretazioni La famiglia come ossimoro di Carlo Donolo
(pagine: 19-26)
DOI: 10.7377/70503
Abstract Carlo Donolo, osserva un po’ sconsolatamente e ironicamente come l’istituzione famiglia sia sempre con noi, anche quando noi non avremmo molta voglia di essere con lei. Sopravvive con la sua capacità di adattamento/mutazione, ma anche con la natura ambigua e contraddittoria che da molto tempo in qua la caratterizza: cinghia di trasmissione della società, delle sue norme e valori, ma anche riparo e rifugio contro di essa; luogo degli interessi, e spesso anche di velenosi conflitti di interesse, ma anche ambito protetto e privato degli affetti;ancella del mercato, in quanto sede privilegiata del consumo e del consumismo, ma anche incarnazione di un tipo di legame sociale diretto o solidaristico tra i suoi membri, che non passa né per lo scambio mercantile né per la regolazione burocratico-amministrativa.
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L'impresa famigliare: un reperto di antiquariato o una specificità istituzionale? di Sandro Trento
(pagine: 27-50)
DOI: 10.7377/70504
Abstract L’articolo mette in luce come la famiglia sia importante come luogo della riproduzione, non solo la riproduzione della vita materiale e dei simboli e valori, ma al tempo stesso la riproduzione delle gerarchie di status e di classe, che sopravvivono anche nel mondo divenuto tocquevillianamente egualitario e democratico. Centrale è quindiè proprio la funzione economica della famiglia: la famiglia come luogo della “roba”, proprietà e rendite passano di lì, soprattutto in Italia che, tra i paesi avanzati, è uno di quelli con la più alta propensione al risparmio.
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La famiglia e la sua crisi: momenti della critica radicale all'universo familista I contributi della Scuola di Francoforte e dell'antipsichiatria militantedi Vincenzo Rapone
(pagine: 51-88)
DOI: 10.7377/70505
Abstract Non è un caso che una famiglia “mancata”, una vicenda sentimentale dall’unhappy end, abbia costituito il momento inaugurale di quella «frattura rivoluzionaria nel pensiero del secolo XIX», che rompe la compiuta circolarità dello spirito caratterizzante l’idealismo speculativo, realizzando un’insanabile faglia all’interno della riflessione filosofica. È nell’ambito di una posizione critica, che l’istituzione familiare in quanto tale, così come il rapporto famiglia-società, è affrontato dalla cosiddetta Scuola di Francoforte, gruppo di intellettuali radicali che si interroga, a partire degli anni Venti, sulla deriva totalitaria patita dalle democrazie liberali, in rapporto alla crisi del legame sociale tradizionale. Hegel diviene, a questo punto, il momento a partire dal quale pensare la crisi delle istituzioni storiche, della democrazia, delle modalità stesse di soggettivazione: crisi prodotto di un’iniezione di discontinuità (e cioè singolarità e materialità) nella circolarità dello Spirito, che mina alla base la capacità sintetico-unificante delle forme culturali.
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Despotes e pater familias di Anna Jellamo
(pagine: 89-113)
DOI: 10.7377/70506
Abstract Una stessa parola, nella lingua greca e nella lingua latina, dice il nome del padre. La parola comune è pater, appena una differenza di accento le separa. Altre, e diverse, sono poi le parole che dicono la posizione del pater nell’ambito della famiglia, in rapporto alla moglie, ai figli, agli schiavi. Sono le parole che lo qualificano in quanto “signore” e in quanto “padrone”. Labili confini separano le due posizioni, il pater è sempre “signore” e “padrone”. La famiglia è lo spazio del suo dominio, condizione e insieme espressione del suo potere: un potere originario, che si costituisce col costituirsi stesso della compagine familiare.
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In vece di Antigone. Famiglia e crisi del patriarcato nel femminismo della differenza di Federica Giardini
(pagine: 115-128)
DOI: 10.7377/70507
Abstract La differenza tra i sessi si presenta come una dimensione transtemporale, senza tuttavia essere individuabile in una rappresentazione univoca. Il modo in cui Françoise Héritier elabora l’approccioantropologico – sulla differenza tra i sessi e, nello specifico, sulla famiglia – mostra il peculiare gioco tra varianti e invarianti che rende indecidibile la sua collocazione sul versante storico o sul versante dell’universale3. La differenza tra i sessi, nella sua irrisolvibile ambiguità tra natura e storia, che la rende, per la sua partecipazione al dato naturale, eccedente le codificazioni culturali e sociali di un determinato periodo, ma anche irrappresentabile in un contenuto definitivoe identitario, può essere considerata «l’interpretante di una condizione storica e del suo trascendimento». Tra i nomi che la letteratura offre, per questa operazione che scombina le coordinate dello spazio familiare, vengono scelti dall’autore, quelli di patriarcato e di Antigone.
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Le storie, i luoghi Lessico per una storia del diritto di famiglia in Italia di Francesca Sofia
(pagine: 129-150)
DOI: 10.7377/70508
Abstract A partire dalle prime codificazioni di inizio Ottocento, l’ordinamento della famiglia è entrato a far parte del monopolio giuridico dello Stato, e di questo ha riflesso umori e ideologie. Lungi infatti dal limitarsi a tracciare la linea che separa pubblico e privato, lo Stato, nel regolamentare le relazioni familiari, ha cercato di dar vita a una struttura della famiglia del tutto coesa ai valori di cui voleva essere portatore. In questo articolo verranno affrontati alcuni lemmi essenziali della storia del diritto di famiglia italiano, riguardanti il matrimonio, rapporto tra coniugi, genitori e figli e successioni.
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Famiglia e nazione nell'Italia liberale: modelli di genere e vincoli generazionali di Catia Papa
(pagine: 151-170)
DOI: 10.7377/70509
Abstract IN questo articolo vengono affrontate alcune questioni al rapporto Famiglia e nazione, che sono due figure nodali delle grandi narrazioni modern esulle origini del mondo sociale e dello Stato. Secondo l'autore, la famiglia non si presta solo a rappresentare la nazione. Le relazioni familiari, i rapporti di parentela allargati, costituiscono sia l’esperienza generativa di alcune delle componenti del discorso nazionale, sia il canale di socializzazione dell’idea di nazione. Ma il movimento è circolare: quale organismo naturale affidato alla mutua collaborazione tra le parti, la nazione è un principio normativo che contribuisce a plasmare le relazioni familiari, tra genitori e figli, tra mogli e mariti.
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Archivi e famiglie di Linda Giuva
(pagine: 171-191)
DOI: 10.7377/70510
Abstract Documentazione preziosa, questa, degli archivi familiari soprattutto per la storiografia dell’età moderna che ne ha interrogato i contenuti con questionari sempre più vari e arricchiti dall’apporto di categorie mutuate dalla sociologia, antropologia, demografia, che hanno permesso la rilettura e la ricontestualizzazione dei documenti all’interno di nuovi percorsi di ricerca.
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Modelli Quando i cattolici dicono "famiglia". Rimbalzi storici e metamorfosi semantiche nel Novecento di Alberto Melloni
(pagine: 193-212)
DOI: 10.7377/70511
Abstract Come molti temi, anche quello della “famiglia” ha conosciuto significative oscillazioni nel discorso cattolico, intendendo così nel senso più lato del termine la catechesi, il magistero, la predicazione, la diplomazia e la politica. Sarebbe ingenuo chiamare queste metamorfosi “progresso”. E sarebbe sbagliato – come s’usa fare anche su molti altri temi – pensare che “dietro” questo mutare o “sotto” dinamismi corposi rimangano immutate le idee, quasi che, dalla rivoluzione in qua, la chiusura intransigente sia stato il genere praticato o il dovere di verità, come ritengono con una reciproca riconoscenza una storiografia anticlericale della continuità e un’ideologia tradizionalista del magistero papale. Le oscillazioni passano certo attraverso l’omofonia di formule, stereotipi teologici, letture della tradizione: ma, se sottoposti a una critica non troppo ripiegata, rivelano le intenzioni e le rivalse che fanno la storia.
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Dalla culla alla ...cittadinanza. Fondazione ideologica della förskola svedese, tra interesse sociale e legame familiare di Pietro Colla
(pagine: 213-241)
DOI: 10.7377/70512
Abstract A dispetto del cliché che l’associa a un riformismo disincantato e pragmatico, la success story della Socialdemocrazia svedese è anche quella delle sue utopie e del lessico politico in cui si sono depositate. Un buon esempio è l’espressione che qualifica il modello nazionale di Stato sociale – folkhem, il “focolare” del popolo: sintesi di un’idea di cittadinanza che convoglia il senso di intimità, di adesione incondizionata, della sfera domestica. Attraverso una panoramica sui progetti e i conflitti che accompagnano l’elaborazione di un progetto educativo nazionale, il saggio vuole aprire uno scorcio su un fenomeno di portata più ampia: l’apparizione del sistema bambino-famiglia come referente privilegiato dell’autocomprensione politica ed etica della società.
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Laboriosamente giovani di Martina Toti
(pagine: 243-250)
DOI: 10.7377/70513
Abstract "Capita a tanti ragazzi come me che vivono in un paese come il nostro: un’Italia sorda ai nostri bisogni e cieca davanti alle risorse che abbiamo da offrire". Capita soprattutto di essere fermati davanti a una porta, quella del lavoro, che per molti si riduce a un’esperienza frammentariae frastagliata, in cui si rimbalza da un’agenzia interinale all’altra o, nei casi più “fortunati”, si usufruisce di contratti atipici costantemente rinnovati dai datori di lavoro, che così evitano il peso dei più onerosi e regolamentati contratti tipici. E così, complice il fatto che la generazione dei trentenni sussurra soltanto i suoi problemi, a parlare sono altri: quelli che... “noi eravamo la meglio gioventù” o quelli che... “questi giovani fanno davvero tenerezza”. Così, da un lato, piovono le accuse di “bamboccionismo”, dall’altro, i pianti e i lamenti per gli sfortunati del secolo.
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La suburban family sullo schermo. Stili di vita e immaginario cinematografico nell'America del secondo dopoguerra di Veronica Pravadelli
(pagine: 251-270)
DOI: 10.7377/70514
Abstract Negli ultimi trent’anni il lavoro delle storiche e degli storici americani sul periodo dell’immediato dopoguerra è stato molto intenso e proficuo. In particolare, le ricerche compiute nell’ambito della storia delle donne, ma anche dei family studies e dei sexuality studies, e infine degli studi sul cinema e i media, ci consentono di disegnare un affresco dell’epoca quanto mai stratificato. Legata alla nascente consumer culture, la famiglia suburbana diventa lo stile di vita cui ogni giovane americano/a, indipendentemente dalla razza e dalla classe sociale, sembra tendere.
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